Una festa antichissima dal profondo significato religioso, la Candelora cade 40 giorni dopo il Natale. La Chiesa cattolica ricorda la Presentazione di Gesù al Tempio. Comunemente viene chiamata anche festa delle candele, proprio perché durante la liturgia si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.
In Calabria la festa è legata da secoli alle tradizioni contadine. Molti studiosi ipotizzano addirittura che la Candelora possa avere radici precristiane e che segnasse il passaggio dall’inverno alla primavera.
Non è un caso infatti che molti dei proverbi che accompagnano questa festività facciano riferimento all’imminente arrivo della bella stagione.
Si dice infatti che “Da’ Candilora u ‘mbernu è fora”
(Alla Candelora l’inverno è finito).
Durante le celebrazioni religiose è usanza portare una candela che sarà poi benedetta. Anticamente però proprio durante la Candelora venivano compiuti riti magici che avevano lo scopo di togliere il malocchio.
Benché non esista un vero e proprio piatto della festa, è usanza nel giorno della Candelora consumare portate a base di carne di maiale. La festa cade infatti nel periodo della macellazione dei maiali, nei giorni più freddi dell’anno e prima dell’inizio della Quaresima, stagione legata al digiuno e alla penitenza.
Immancabili allora sulle tavole dei calabresi in questi giorni piatti di antichissima tradizione come gli involtini di verza, frittole, gelatina e naturalmente la pasta fatta in casa con il sugo di maiale.