Si è sempre pensato che la festa di Halloween fosse stata “importata” dagli Stati Uniti, eppure la tradizione del “dolcetto o scherzetto” avrebbe origini molto antiche e sarebbe nata addirittura in Calabria.
“Trick or Treat” dolcetto o scherzetto è la frase più amata dai bambini di tutto il mondo in questi giorni. Halloween negli ultimi anni ha conquistato anche i nostri piccini, che non vedono l’ora di decorare le zucche, mascherarsi da simpatici mostri e bussare di casa in casa per fare il pieno di dolcezze.
Secondo uno studio condotto dall’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani, il rito della notte della festa di Ogni Santi/Halloween è stato sempre praticato dai calabresi in segno religioso di solenne devozione per i propri cari defunti. Era usanza infatti, sostiene l’antropologo nel volume “ Il Ponte di San Giacomo” intagliare le zucche e posizionare all’interno delle lanterne. Anche il Trick or Treat in realtà sarebbe frutto di una contaminazione degli emigrati del sud Italia, che una volta giunti in America avevano portato avanti una tradizione molto sentita nei paesi dell’entroterra vibonese.
Qui infatti le zucche una volta intagliate venivano portate in corteo dai bambini del paese, che bussando di porta in porta ripetevano: “Mi lu pagati lu coccalu?” (Mi pagate il teschio di morto?)
Come segno di ringraziamento per la zucca intagliata a devozione dei defunti, si davano ai bambini dei piccoli dolcetti. Il rito del “coccalu” da Serra San Bruno, sarebbe stato quindi esportato negli Stati Uniti, dove si sarebbe arricchito di altri elementi simbolici con il passare del tempo. Oggi Halloween può essere considerata una festa di ritorno, dal sapore però tutto calabrese.