La gastronomia calabrese è un grande ricettario, le cui pietanze sono influenzate sia dalle numerose dominazioni subite che dalla duplice anima del territorio: marina e montanara. Infatti, nell’entroterra si trovano i piatti più intensi della tradizione contadina e pastorale, mentre sulla costa è il pesce a farla da padrone. Il Natale è il periodo in cui questa doppia anima offre il meglio si sé.
Tra i primi spiccano frittelle e crespelle ripiene di carne, pesce e verdure; scillatelle al ragù di maiale; minestra maritata; pasta con la mollica di pane e le alici.
Tra i secondi: capretto al forno con patate, pesce stocco con sughetto alla ‘ghiotta ovvero a base di olio, cipolla, pomodori, olive, capperi e uvetta; crostacei e pesce povero serviti con ogni genere di salsa e condimento. Non mancano mai broccoli saltati in padella e conditi con peperoncino e la tradizionale zuppa alla santè, che si serve sempre il giorno di Santo Stefano.
Capitolo a parte meritano i dolci. Sono davvero inimitabili perché tramandati da generazione in generazione: freschi, fatti a mano con tecniche a antiche e patrimonio di una terra incontaminata. I dolci tipici della tradizione calabrese vengono spesso preparati con dolcificanti naturale come il miele e la melassa di fichi. Tra le prelibatezze più ghiotte, ci sono i fichi a crocetta e le scorze candite di agrumi ricoperti di cioccolato, i torroncini, i dolci al cedro e al bergamotto, i turdilli e le scalille con il miele, i mostaccioli, le susamelle e la pignolata.
Per quanti riguarda i vini, la palma d’oro della popolarità spetta al vino Cirò, mentre per le grappe e i distillati esiste una grandissima tradizione, soprattutto nelle zona della Sila.
Passare le festività natalizie in Calabria significa essere abbracciati dalla storia e coccolati dal gusto. E se non riusciamo a dire di no alle mille prelibatezza offerte, basta ricordarsi di bere tanta Acqua Leo in modo da idratarsi e aiutare la digestione!